Come cambia il sapore del vino nei diversi contenitori
Quando acquistiamo un vino, che sia economico oppure molto costoso, vorremmo sempre trarne il massimo beneficio in fatto di abbinamento con le varie pietanze così come anche di sapore e gusto al palato. Si deve inoltre tenere presente che il contenitore all’interno del quale il prezioso nettare è conservato può influire sul suo sapore. Attenzione pure a un altro aspetto, che riguarda il tappo del vino (è importante): quando è di sughero e non a vite può infatti lasciar passare le molecole nel liquido, conferendo lo sgradevole sapore – appunto – ‘di tappo’. Vediamo adesso quali sono i contenitori per vino grazie ai quali esso viene messo in commercio, facendo mente locale sulle loro caratteristiche e su vantaggi e svantaggi legati al loro impiego.
Vino in cartone, ok per lunghi viaggi e contro l’ossidazione
Per prima cosa mettiamo a fuoco le caratteristiche dei contenitori per vino in cartone, che da alcuni anni sempre più produttori scelgono per vendere i loro prodotti. Grazie alla lamina di alluminio iper sottile – è poco più spessa dell’incarto delle caramelle – la luce non passa e in questo modo si evitano i processi di ossidazione. E’ chiaro che questo materiale risulta vantaggioso soprattutto per i lunghi viaggi. Inoltre è infrangibile e dal peso oltre che dall’ingombro ridotti. Cosa che riduce il costo e strizza l’occhio all’ambiente. Soprattutto sono i produttori di vino biologici e innovativi a risultare maggiormente interessati. Stiamo comunque parlando di vini che sono destinati a un consumo veloce e quotidiano. Probabilmente destinati ad accompagnare pasti frugali o a supportare nella creazione di ricette. Una volta aperti, insomma, vanno consumati rapidamente per non vedere alterato il gusto.
Vino in bottiglia, il vetro è il migliore amico di rossi e bianchi
Il vino in bottiglia, invece, rappresenta un vero e proprio classico. Possiamo anzi dire che tra i materiali per la realizzazione di contenitori per vino il vetro è il migliore amico del nettare di Bacco. Un packaging che è insostituibile e perfettamente in grado di mantenere inalterate le sfaccettature di gusto e aroma. Si evita l’ossidazione del liquido, prolungando la cosiddetta ‘shelf life’ del vino e al tempo stesso salvaguardando l’ambiente: l’economia circolare, insomma, ringrazia. Come capire quando un vino è ossidato? Il bianco, per esempio, perde del tutto la sua brillantezza e il sapore diventa dolciastro con un tono più liquoroso. A condurre a questo punto potrebbero essere delle mancanze in corso di lavorazione (un errore nella disinfezione nelle bottiglie, ma non solo).
Bottiglie di plastica, attenzione alle alte temperature
Infine diamo uno sguardo al vino in bottiglia di plastica, sottolineando subito quanto sia importante mantenere fin da subito questi contenitori lontano da fonti di calore. Perché? Per evitare che le sostanze nocive e le microplastiche vengano rilasciate andando ad alterare il sapore del vino stesso. E’ ovvio che le bottiglie di plastica siano versatili, facili da usare e soprattutto economiche ma è anche vero che il mantenimento al loro interno del vino richiede un’attenzione extra per non correre rischi. Non tutti i tipi di plastica sono adatti alla conservazione del vino. Le bottiglie in PET per esempio sono poco adatte perché semi permeabili all’ossigeno. L’alcol in certi casi può finire per acquisire un retrogusto di plastica piuttosto sgradevole e presentare un cattivo odore.